L’azienda agricola Pievalta si trova nelle Marche, in provincia di Ancona, a Maiolati Spontini, nel cuore dei Castelli di Jesi, territorio caratterizzato da piccoli borghi medievali, chiusi da alte mura e noto per la produzione del Verdicchio.
Pievalta nasce nel 2002 dalla lungimiranza della Barone Pizzini. All’epoca, infatti, la storica cantina stava valutando di investire oltre i confini della Franciacorta. Silvano Brescianini, direttore della Barone Pizzini, riconoscendo le grandi potenzialità del Verdicchio, come uno dei più importanti vitigni autoctoni d’Italia, decide di puntare sulle Marche e sul suo meraviglioso territorio, ricco di storia e natura.
Pievalta si estende per 26,5 ettari di proprietà distribuiti su due vigne poste sugli opposti versanti della Valle Esina, con differenti caratteristiche pedologiche che conferiscono diverso temperamento ai vini.
A Maiolati Spontini, sulla riva sinistra dell’Esino, si trovano la cantina e 21,5 ettari di vigne degli anni ‘70 poi rinfoltite ed impianti moderni e densi su terreni argilloso-calcarei. I vini di questo versante si caratterizzano per la grande mineralità e freschezza fruttata.
L’altro vigneto, sulla riva destra dell’Esino, si trova a San Paolo di Jesi, in contrada Follonica, un’altura ventilata con forti pendenze e suoli di arenaria che, secondo la tradizione, è una della zone più vocate dei Castelli di Jesi. I vini di questa vigna risultano più austeri, sapidi e di grande energia.
I vigneti, gestiti in regime biologico e biodinamico, sono lavorati con sovescio di leguminose tra i filari e con preparati biodinamici per favorire la formazione di humus fertile, vitalizzare la crescita delle piante e rispettare al meglio il terroir di queste zone.
Malgrado le grandi difficoltà che pongono sotto l’aspetto operativo, la maggior parte dei lavori di campagna si svolgono rigorosamente a mano, come la potatura, la stralciatura e la scacchiatura.
Le tecniche di conduzione adottate puntano al più alto livello qualitativo possibile nel contesto dell’annata: potature corte, zolfo di miniera e rame nella dose massima di 3 kg/ha/anno (ovvero la metà di quanto previsto dal regolamento dell’agricoltura biologica), esclusione di concimi ed irrigazioni, vendemmia differenziata a seconda delle parcelle e raccolta a mano in cassette per preservare l’integrità delle uve.
In cantina poi, cerchiamo di preservare il lavoro fatto in vigna. Accompagniamo l’uva nella sua trasformazione in vino, scegliendo di lasciare i nostri interventi tecnici un passo indietro rispetto all’espressione del territorio e della varietà.
Lavoriamo in sottrazione, cercando di fare esprimere il vitigno e il territorio.
Da diversi anni, ad esempio, lavoriamo senza alcun coadiuvante di origine animale ed è per questo che i nostri vini dal 2009 sono anche vegani e si possono fregiare della certificazione qualità vegetariana vegan.
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