La varietà del panorama vitivinicolo dell’Umbria
La Regione rimane piccola, ma bellezza e bontà non mancano di certo. L’Umbria che viene fuori da questa edizione della Guida è, a dispetto dei suoi confini, una grande terra dove poter coltivare varietà molto diverse tra loro che danno altrettanta diversità a seconda dei terroir. Nonostante il distretto di Montefalco cresca di anno in anno e sia sempre più importante (anche grazie al lavoro impeccabile portato avanti dal Consorzio), la Regione è tutt’altro che Sagrantino-centrica: prima di tutto da queste parti cresce a vista d’occhio il Montefalco Rosso, che non è il fratellino minore del Sagrantino ma un vino diverso e di carattere, col sangiovese a primeggiare. Dopodiché le soddisfazioni arrivano da Nord a Sud: si rilanciano alla grande denominazioni storiche come Orvieto e Torgiano, si scommette su alcune sorprendenti varietà (su tutte il trebbiano spoletino nell’areale di Spoleto e il ciliegiolo a Narni) e si nobilita il grechetto, puntando – a ragione – sul suo invecchiamento.
I Tre Bicchieri 2021 dell’Umbria
Tutto questo si riassume molto bene nei Tre Bicchieri 2021, ben 14, numero uguale allo scorso anno, ma con diverse novità. Briziarelli sorprende la commissione con un grande Trebbiano ’19, la cooperativa Tudernum presenta una splendida selezione di Grechetto ’18, Castelbuono la spunta per la prima volta con la Riserva di Montefalco Rosso, mentre Romanelli sale sul gradino più alto del podio con Medeo (prima volta per la selezione di Sagrantino). Anche il pluripremiato Antonelli conquista il Premio con una nuova etichetta, il Molino dell’Attone (vero e proprio cru aziendale).
Ovviamente non vanno tralasciate le grandi conferme, a partire dal Cervaro della Sala. Il prestigioso bianco di casa Antinori, con l’annata 2018, conquista il suo trentesimo Tre Bicchieri: veramente un bel record per la regione. Gli fa eco il Vigna Monticchio di Lungarotti, al suo sedicesimo riconoscimento. Tra le aziende più giovani, ma che hanno già impresso un bel segno, segnaliamo Leonardo Bussoletti a Narni, Roccafiore a Todi, Bellafonte a Montefalco, Barberani a Orvieto. Ultima, ma non ultima doverosa citazione per Caprai. Un’azienda esemplare per qualità e sostenibilità, seminale per la rinascita del Sagrantino, che anche in assenza del 25 Anni (il rosso più prestigioso) sale in vetta col Collepiano.
- Adarmando Trebbiano Spoletino ’18 – Giampaolo Tabarrini
- Brecciaro Ciliegiolo ’18 – Leonardo Bussoletti
- Cervaro della Sala ’18 – Castello della Sala
- Fiorfiore Grechetto ’18 – Roccafiore
- Mattone Bianco Trebbiano ’19 – Briziarelli
- Montefalco Rosso Lampante Ris. ’17 – Tenute Lunelli – Castelbuono
- Montefalco Rosso Pomontino ’18 – Tenuta Bellafonte
- Montefalco Sagrantino Collepiano ’16 – Arnaldo Caprai
- Montefalco Sagrantino Medeo ’16 – Romanelli
- Montefalco Sagrantino Molino dell’Attone ’15 – Antonelli – San Marco
- Orvieto Cl. Sup. Luigi e Giovanna ’17 – Barberani
- Orvieto Cl. Villa Barbi ’19 – Decugnano dei Barbi
- Todi Grechetto Sup. Colle Nobile ’18 – Tudernum
- Torgiano Rosso Rubesco V. Monticchio Ris. ’16 – Lungarotti