Della cantina, costruita nel rione fratta di Monticelli Brusati, si parlava già con ammirazione a metà ottocento.
Nella seconda metà dell’ottocento il cav. Luigi Rossetti, ricco commerciante della zona, trasformò un casale risalente presumibilmente al XVI secolo nella sua elegante dimora, nonché nella sede dei suoi commerci di vino, in funzione dei quali costruì le bellissime cantine ricavate scavando nella roccia viva della collina degradante alle spalle della Villa.
Con quattro tronchi di galleria disposti a croce greca, poteva accogliere ben seimila ettolitri di vino, un’enormità per quei tempi. Da qui il soprannome attribuitole dai locali: “el cantinù”, il Cantinone.
Alla morte del cav. Rossetti segue un lento declino e tutto sembra finito, ma alla fine degli anni ‘70 un altro uomo “di vino” irrompe nella “vita” della Villa: Franco Ziliani – patron della Guido Berlucchi – la visita, trovandola in condizioni desolanti, ma ne coglie l’enorme fascino e l’unicità delle cantine.
Il Franciacorta è prodotto con uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco, quest’ultimo consentito fino a un massimo del 50%. Le vigne della Franciacorta hanno una resa massima di 120 quintali di uva a ettaro e la vendemmia, effettuata obbligatoriamente a mano, si svolge, a seconda delle annate, tra la prima decade di agosto e la prima di settembre. I grappoli vengono adagiati in cassette e trasportati in cantina dove il raccolto di ogni vigneto è vinificato separatamente: le uve vengono sottoposte a pressature molto delicate per garantire il frazionamento dei mosti, indispensabile garanzia di qualità dei vini base.