E’ un vitigno preservato dall’estinzione dal Italo Pedroni nel 1990, che riferisce che la coltivazione di quest’uva era limitata alle aree della pianura modenese verso Bologna, tra Manzolino e Bagazzano, poi negli anni ’70 è stata abbandonata. In effetti gli obiettivi produttivistici invalsi in quel periodo portarono a preferire varietà dalla produttività più elevata e più costante.
Trae il suo nome dagli acini che in piena maturazione assumono una colorazione simile all’ossido di ferro.
E’ una varietà ad uva da vino, molto utilizzata in passato per la produzione di aceto balsamico tradizionale. Si ottiene un vino dal colore giallo con riflessi verdognoli, che presenta un quadro olfattivo abbastanza complesso, costituito da note fiorali, fruttate e agrumate.