TENUTE EMÉRA è la più grande delle cantine di Claudio Quarta, situata nel cuore delle DOP di Manduria e Lizzano in Puglia. Un grande vigneto a ridosso del mare che si estende su una proprietà di circa 80 ettari, di cui quasi 50 vitati nel 2007. Una bellezza struggente accoglie il visitatore, che troverà immerso nei vigneti l’antico Casino Nitti, appartenuto al primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia del primo dopoguerra, Francesco Saverio Nitti (1919-20).
La masseria-cantina ospita al suo interno gli antichi palmenti dei primi del ‘900 che, una volta ultimato il recupero in corso, saranno utilizzati per far rivivere l’emozione della tradizionale pigiatura dell’uva con i piedi. Il nome si rifà alla dea Hemera, divinità greca che simboleggia il giorno: un tributo alla cultura della Magna Grecia e un richiamo alla posizione geografica delle Tenute, situate nella penisola salentina, il lembo più orientale d’Italia che per primo assiste al sorgere del sole.
Oltre alle varietà autoctone come Primitivo, Negroamaro e Fiano, sono stati impiantati vitigni internazionali come Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon e Chardonnay, seguendo un rigoroso schema di microzonazione. Qui è stato impiantato quello che probabilmente rappresenta il vigneto di biodiversità maggiore al mondo, con circa 500 varietà di vitigni minori, prevalentemente di origine caucasica e mediterranea. Un progetto avviato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano con l’obiettivo di preservare una fonte unica di biodiversità e continuare a studiare le caratteristiche e il potenziale qualitativo dei vitigni.
La cantina è una struttura ipogea disposta su tre livelli, costruita sfruttando un salto di quota naturale di 7 metri sul livello del mare e scavando per ulteriori 13 metri. Il tetto della cantina è completamente ricoperto da un prato che assicura il necessario isolamento termico e contribuisce fortemente all’abbattimento dei consumi energetici. Tutte le acque meteoriche, inoltre, sono raccolte e convogliate nell’impianto di fitodepurazione dove le piante di papiro riciclano l’acqua che è riutilizzata per l’irrigazione di un piccolo orto aromatico e nei periodi di forte siccità anche dei vigneti.
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