I migliori vini del Lazio 2021
La varietà del panorama vitivinicolo del Lazio
Il Lazio prosegue per la sua strada, tracciata per lo più da aziende e marchi piuttosto che da identità territoriali o denominazioni di origine. Delle trenta Doc o Docg non sono più di due o tre quelle che sembrano avere un senso e una qualità tali da poter essere considerate un punto di riferimento e un approdo più o meno sicuro per il pubblico generico dei consumatori (e forse nessuna per gli appassionati). Non si pretende di avere denominazioni “forti” come quelle toscane o piemontesi, ma va sottolineato come i vicini campani nel giro di una ventina d’anni siano riusciti a passare da zone legate principalmente al nome di singole aziende a territori e denominazioni raccontati, benissimo, al plurale. Nel Lazio invece la direzione sembra rimanere quella intrapresa molti anni fa, quando singole aziende hanno saputo creare un’immagine di qualità, che tuttavia ha finito per sovrastare qualsiasi riferimento ai territori.
Colpisce, per esempio, che solo un terzo dei vini che hanno ottenuto almeno Due Bicchieri siano a denominazione di origine. Non vogliamo difendere a tutti i costi il sistema delle denominazioni che, soprattutto in questi ultimi anni, vive delle situazioni piuttosto contraddittorie, ma crediamo che sia giusto segnalare che anche a prescindere da Doc e Docg sono pochissime le zone della regione in cui si è provato a costruire un “circolo virtuoso di emulazione” tra i vari produttori per portare avanti l’idea di un territorio di qualità. Davvero un peccato, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo.
I Tre Bicchieri 2021 del Lazio
Per quanto riguarda i Tre Bicchieri abbiamo una novità assoluta, il merlot Sodale della Falesco-Famiglia Cotarella, mentre dopo qualche anno siamo tornati a premiare l’Anthium, che guida la riscossa del bellone, vitigno autoctono che ci sta offrendo vini sempre più interessanti, dalle colline di Cori alle sabbie di Anzio e Nettuno, e il Fiorano Rosso, splendido blend di uve bordolesi realizzato alle porte di Roma. Dopo un anno di assenza torna lo straordinario blend “rodaniano” dell’Habemus di San Giovenale, mentre delle belle conferme arrivano dal Poggio della Costa di Sergio Mottura, sempre alfiere del grechetto nel Lazio, dal Frascati Superiore della Castel de Paolis e dal Roma Rosso Edizione Limitata di Poggio Le Volpi, questi ultimi due unici vini a denominazione presenti in questa lista.
- Anthium ’19 – Casale del Giglio
- Fiorano Rosso ’15 – Tenuta di Fiorano
- Frascati Sup. ’19 – Castel de Paolis
- Habemus ’18 – San Giovenale
- Poggio della Costa ’19 – Sergio Mottura
- Roma Rosso Ed. Limitata ’17 – Poggio Le Volpi
- Sodale ’18 – Falesco – Famiglia Cotarella