La varietà del panorama vitivinicolo delle Marche
Il blocco e i conseguenti devastanti effetti legati alla virulenta pandemia del 2020 hanno fatto vibrare il campanello di allarme in molte aziende marchigiane. L’ossatura del sistema produttivo regionale è fatto di imprese medio-piccole, capitalizzate ma non indebitate o comunque con un debito del tutto sostenibile, ampio ricorso a manodopera famigliare e di cooperative generalmente gestite in modo prudente. Questa struttura ha permesso di regger bene il colpo ma ha posto l’accento su alcune tematiche che vanno affrontate. In primis, la necessità di aumentare il valore aggiunto sulla produzione. È impensabile che anche nelle zone di maggior vocazione come Matelica, Castelli di Jesi, Conero e Piceno le uve siano scarsamente remunerative. Per questo si deve lavorare sulla comunicazione del livello qualitativo raggiunto, simboleggiato anche dai nostri Tre Bicchieri. Inoltre sarà bene implementare nuove forme di vendita che non sia il piccolo cabotaggio dei clienti locali. Commercio elettronico, wine club e GDO sono sbocchi di mercato maturi che non possono esser più trascurati.
I Tre Bicchieri 2021 delle Marche
L’analisi dei nomi che reggono alto il blasone della Regione vede quest’anno il brillante debutto de La Staffa di Riccardo Baldi e della Cantina Cològnola-Tenuta Musone della famiglia Darini. Tornano al massimo encomio, dopo qualche anno di assenza, Roberto Venturi e Oasi degli Angeli di Marco Casolanetti. Il nostro plauso va ai debuttanti dello scorso anno nel “club dei tribicchierati”, vale a dire Vignamato e Pantaleone, capaci di una riconferma mai semplice. Molto bene, ma non si può più parlare di sorpresa tout court davanti ai nomi di Montecappone – Mirizzi, Valter “Roccia” Mattoni, Emanuele Dianetti, Tenuta Santori, Bisci, Collestefano, Marotti Campi. Chiudiamo citando le colonne, veri campioni di costanza nel tempo come Umani Ronchi, Belisario, Fazi Battaglia-Tenute San Sisto, Poderi Mattioli, Velenosi, Le Caniette, Tenuta Spinelli e Leo Felici, già Viticoltore dell’Anno nella passata edizione.
- Arshura ’17 – Valter Mattoni
- Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Ambrosia Ris. ’17 – Vignamato
- Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Ergo Sum Ris. Mirizzi ’16 – Montecappone – Mirizzi
- Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Rincrocca Ris. ’17 – La Staffa
- Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Salmariano Ris. ’17 – Marotti Campi
- Castelli di Jesi Verdicchio Cl. V. Il Cantico della Figura Ris. ’17 – Andrea Felici
- Conero Campo San Giorgio Ris. ’16 – Umani Ronchi
- Falerio Pecorino Onirocep ’19 – Pantaleone
- Kupra ’17 – Oasi degli Angeli
- Offida Pecorino ’19 – Tenuta Santori
- Offida Pecorino Artemisia ’19 – Tenuta Spinelli
- Offida Pecorino Vignagiulia ’19 – Emanuele Dianetti
- Piceno Sup. Morellone ’16 – Le Caniette
- Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare ’17 – Velenosi
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ghiffa ’18 – Cològnola – Tenuta Musone
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Massaccio ’18 – Tenute San Sisto-Fazi Battaglia
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Qudì ’18 – Roberto Venturi
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ylice ’18 – Poderi Mattioli
- Verdicchio di Matelica Cambrugiano Ris. ’17 – Belisario
- Verdicchio di Matelica Collestefano ’19 – Collestefano
- Verdicchio di Matelica Senex Ris. ’15 – Bisci